Si Può Fare Terra: un progetto di agricoltura sociale a Como
Questa volta sono andata alla Collina Ca’ Motta a Senna Comasco per intervistare Guido Pedretti, responsabile di Si Può Fare Terra – il settore di Agricoltura Sociale a Como della Cooperativa Si Può Fare. Dopo avermi accompagnato a fare un giro del terreno, con le serre, gli alberi da frutto e i campi arati con la frutta e la verdura di stagione, mi ha raccontato della sua esperienza nella Cooperativa e con gli inserimenti lavorativi.
Qual è la storia di Si Può Fare Terra?
A marzo Si Può Fare Terra ha compiuto 3 anni!
Dopo una fase di progettazione, l’attività di agricoltura sociale a Como è partita nel 2014 su questo terreno a Senna, che è di proprietà dell’Istituto Sostentamento del Clero e lo abbiamo individuato con la collaborazione di Caritas e ACLI Como.
A febbraio 2014 abbiamo fatto il primo sopralluogo: quando siamo arrivati c’erano solo il prato e la casa diroccata con degli animali (un cavallo, una pecora, un asino e alcune capre tibetane) allevati abusivamente e che poi sono stati venduti all’asta giudiziaria.
A fine marzo sono iniziati i lavori: preparare il terreno, creare l’impianto di irrigazione, portare acqua e elettricità in cima alla collina.
Per inizio giugno il progetto di agricoltura sociale a Como era già attivo e produttivo, così abbiamo potuto iniziare a vendere la verdura di stagione.
Chi è stato inserito in questa prima fase del progetto di agricoltura sociale a Como?
Abbiamo iniziato subito con tre inserimenti lavorativi – la vera mission del nostro progetto di agricoltura sociale a Como: due ragazzi africani accolti da Ozanam e un ragazzo già inserito in cooperativa.
A luglio 2014 è arrivato Altin, ospite Ozanam, inserito con una borsa lavoro di 4 mesi e poi assunto con contratto, tutt’ora attivo.
Dal primo anno è anche partito un corso di sei mesi organizzato con Fondazione Minoprio, per cinque ragazzi richiedenti asilo – tre ospitati da Don Giusto a Rebbio, due dalla Caritas – che hanno imparato a lavorare l’orto grazie al nostro progetto di agricoltura sociale a Como.
Due di questi ragazzi hanno trovato casa e lavoro qui in provincia, un altro è andato in Germania per raggiungere la famiglia e ha trovato lavoro lì.
Lo stesso tipo di corso semestrale di orticoltura è stato replicato anche nel 2015 – con sette partecipanti, e nel 2016 – con cinque partecipanti.
Come sono proseguiti i lavori di sistemazione e gli inserimenti?
Procedendo con il progetto di agricoltura sociale a Como, tra il 2015 e il 2016 abbiamo creato il frutteto, con l’aiuto dei richiedenti asilo ospitati dalla Simplokè di Fino Mornasco e Bregnano, assieme a un educatore che li seguiva.
A febbraio 2016 abbiamo montato le serre – finanziate da un bando della Fondazione Cariplo – con l’aiuto di alcuni volontari, e il mese successivo abbiamo fatto i primi trapianti.
In aprile, per il progetto di agricoltura sociale a Como, è stato inserito con borsa lavoro, e poi assunto e ancora operativo, Emmanuel, un ragazzo ospite di Ozanam.
Nel 2016 si sono susseguiti anche altri inserimenti nel progetto di agricoltura sociale a Como: Salem, un ragazzo egiziano che veniva da una comunità per minorenni di Fino Mornasco; Jacopo, un tirocinante della scuola agraria di Albese; Salvatore, inviato dal tribunale per lavori di pubblica utilità; Alessandro, accompagnato da Caritas in un progetto per l’autonomia; Luca, per un tirocinio sostenuto dal comune di Senna.
Le prime fasi
La vostra, oltre che sociale, è anche agricoltura a km zero. Dove vendete i prodotti?
Esatto, insieme alla produzione con il progetto di agricoltura sociale a Como, da aprile 2016 abbiamo un banco nella sezione produttori locali al Mercato Coperto di Como.
E poi vendiamo qui, direttamente a Senna Comasco…più km zero di così…!
Hai parlato di Agricoltura Sociale a Como e di inserimenti lavorativi. Cosa vuol dire e come funzionano?
L’attività della Si Può Fare Terra nasce per offrire opportunità di inserimento lavorativo a persone svantaggiate della provincia comasca: parliamo di Agricoltura Sociale a Como perché attraverso l’agricoltura svolgiamo un’attività sociale, insegniamo un lavoro e sosteniamo il reintegrarsi nella società. Gli inserimenti lavorativi funzionano così: il primo step è un colloquio in cui un ente inviante (Ozanam, Caritas, ecc) ci presenta la persona proposta per l’inserimento; al colloquio insieme a me partecipa Mario Pozzi – Responsabile degli Inserimenti Lavorativi per la Cooperativa, e se necessario Mara Lelli, psichiatra “volontaria” che ci supporta nella supervisione.
Successivamente si crea un progetto di agricoltura sociale a Como ad hoc per il soggetto: si valuta quanto fisicamente e mentalmente è in grado di lavorare, in modo da metterlo alla prova ma senza rischiare di sovraccaricarlo.
La formula adottata per i tirocini del progetto di agricoltura sociale a Como in genere è di 3 mesi rinnovabili di altri 3; laddove è possibile si passa poi ad un contratto di inserimento valido al massimo per 2 anni, nei quali si verifica la tenuta del soggetto e poi lo si aiuta a trovare lavoro in un ambiente “non protetto” al di fuori della Cooperativa.
Siete certificati BIO?
Non siamo certificati biologico ma il metodo di coltivazione è lo stesso. Siamo però garantiti tramite “C’è Campo”, il Sistema Partecipativo di Garanzia (SPG) Lombardo, creato da una rete di produttori e consumatori, insieme ad AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica).
É una certificazione basata sulle relazioni e sulla fiducia, ed è decretata tramite visite e controlli di commissioni interprovinciali formate da tecnici del settore, produttori e gasisti. La commissione rilascia un attestato di certificazione delle norme SPG: il vantaggio è che è più legato alle caratteristiche della produzione locale. Anche il vivaio di Pironi, da cui compriamo le piantine che coltiviamo per il settore di Agricoltura Sociale a Como, è certificato SPG.
E tu, Guido, cosa ci guadagni da tutto ciò?
Prima lavoravo in un’altra Cooperativa sociale, poi mi hanno proposto questo lavoro come Responsabile del settore di Agricoltura Sociale a Como della Cooperativa Si Può Fare, quindi ho sempre lavorato in ambienti rivolti al sociale.
Ho sempre avuto una passione per la natura, mi sono laureato in Agraria e ho avuto la fortuna di trovare un impiego nel mio settore – cosa non facile di questi tempi. Mi piace stare a contatto con i soggetti svantaggiati perché fa bene a tutti ed è bello vederli migliorare. Anche se alcuni sono molto problematici, al di là delle apparenze c’è un sacco di gente che vale e che merita di avere un’altra opportunità attraverso questo progetto di agricoltura sociale a Como.
Qual è il presente e cosa avete in mente per il futuro dell’attività di Agricoltura Sociale a Como?
Al momento con me stanno lavorando al progetto di Agricoltura Sociale a Como Altin, Emmanuel e Dario, un ragazzo in tirocinio fino a maggio, inviato dalla Tecum, agenzia dei servizi sociali della zona di Mariano Comense.
Abbiamo appena inserito Sabina, per seguire l’attività di vendita al Mercato Coperto, e a breve partirà il nuovo corso di orticoltura con cinque ragazzi richiedenti asilo ospiti della rete Caritas.
La produzione è stata incrementata rispetto all’anno scorso e l’obiettivo di medio periodo è quello di raggiungere la sostenibilità economica del settore di Agricoltura Sociale a Como.
La scorsa estate abbiamo anche organizzato degli “Aperitivi in collina”, e alcuni eventi a tema: la partecipazione è stata in crescendo e sono sempre più le persone che si appassionano alla nostra mission di un’agricoltura sociale a Como … e anche alla bellezza della nostra collina.
Per il futuro vogliamo arrivare all’autonomia economica del settore agricolo, incrementando la produzione e quindi le vendite, ma anche ampliando le attività formative e ricreative qui in collina, e per far ciò stiamo progettando con la proprietà di risistemare la casa per renderla idonea ad ospitare attività didattiche.
Le assunzioni in questi primi 3 anni
Continuate a seguirci per scoprire le storie e le esperienze che rendono la Cooperativa Si Può Fare un punto di riferimento per l’economia solidale comasca.
A cura di Giulia Iseppato
Ho conosciuto la Cooperativa Sociale Si Può Fare scs tramite il mio lavoro per L’isola che c’è e, visto il mio interesse per questo ambito, la Cooperativa mi ha coinvolto per raccontare attraverso articoli e interviste le attività e le storie delle persone che la compongono.