Si Può Fare a Olgiate: una sede tutta da scoprire
Questa settimana sono andata alla sede della Cooperativa Si Può Fare a Olgiate Comasco, dove sono state aperte diverse attività quali una stireria, la orto-scuola e il riuso solidale. Ho incontrato Bruna Bottelli, la responsabile, nata e cresciuta a Olgiate: 65 anni e un sacco di energia, volontaria da circa 30 anni del Gruppo Caritas parrocchiale.
Come è nata la sede della Cooperativa Si può fare a Olgiate?
La Caritas parrocchiale di Olgiate Comasco ha sempre collaborato con la Caritas diocesana: questo ci ha permesso di conoscere le persone che ruotano attorno alla Caritas diocesana ed in modo particolare nel 2014, con l’operazione “Mare Nostrum”, abbiamo avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza reciproca e soprattutto di condividere il percorso di inserimento sia dei profughi sia delle persone in difficoltà che si rivolgono ai nostri sportelli.
Come Caritas parrocchiale sentivamo l’esigenza di offrire lavoro, soprattutto a quelle persone di Olgiate che fanno fatica a tirare la fine del mese. Da lì l’idea di aprire una “Stireria” per poter collocare mamme disoccupate. Abbiamo quindi chiesto alla Cooperativa Si Può Fare la possibilità di inserirci nella loro attività.
E cosa è successo? Avete aperto subito la sede della Cooperativa Si Può Fare a Olgiate?
Subito dopo aver avuto la risposta positiva abbiamo individuato, presso uno stabile comunale, un garage in disuso e dopo averlo messo a norma, con l’aiuto di volontari e di commercianti, nel luglio 2014 abbiamo inaugurato la nostra ambita e bella Stireria.
All’inizio abbiamo inserito tre mamme che da quel momento hanno sentito come loro la stireria, impegnandosi ad imparare, non solo a stirare, ma anche a cercare di supplire vicendevolmente le loro piccole carenze; inoltre, tutte le lavoratrici della stireria che si sono susseguite (una decina circa) hanno stabilito un rapporto di familiarità con i clienti e questo ha favorito anche l’aumento del fatturato della stireria della Cooperativa Si Può Fare a Olgiate, che è passato da quello iniziale di circa 800 € mensili a quello attuale di oltre 2000 € mensili.
Quali sono oggi le attività della Cooperativa Si Può Fare a Olgiate? Come sta andando?
Dopo questa prima esperienza positiva abbiamo proposto alla Si Può Fare di creare un ulteriore servizio. Questa volta puntavamo a favorire l’integrazione dei nostri ragazzi profughi e di altri uomini senza lavoro. Ancora la collaborazione con la Cooperativa ci ha permesso nella primavera del 2015 di dare vita ad un grande orto di 1200 mq, che l’anno successivo si è raddoppiato grazie ai terreni messi a disposizione da privati olgiatesi a titolo gratuito. Anche l’acqua per l’irrigazione ci viene elargita gratuitamente da un altro cittadino olgiatese.
Visto che anche questa attività stava dando i suoi buoni frutti, abbiamo proposto alla Si Può Fare di gestire un magazzino dell’usato (che dà la possibilità di arredare casa a poco prezzo, di acquistare lettini e i costosissimi “tris” per i figli in arrivo ad un prezzo abbordabile) e avviare un’attività di sgomberi, tinteggiature e piccole manutenzioni. E come dice il proverbio: “Non c’è due senza tre”, nel gennaio di quest’anno abbiamo dato inizio anche a questa terza attività della Cooperativa Si Può Fare a Olgiate. Per ora abbiamo solo piccoli incarichi ma, siamo sicuri che, con l’impegno di tutti, fra poco vedremo i primi frutti.
I servizi a Olgiate
Da dove vengono le persone che aiutate alla Cooperativa Si Può Fare a Olgiate? Quali sono le loro storie? Chi sono?
La nostra Caritas parrocchiale offre un tempo e uno spazio per l’ascolto a tutte le persone della comunità che ne sentono il bisogno; inoltre, dal lontano 1989 i volontari sono impegnati nell’accoglienza anche di persone straniere e dei così detti “profughi”. La maggior parte delle volte è proprio nel nostro centro di ascolto che incontriamo la nostra forza lavoro per la Cooperativa. Tenuto conto che la nostra è una Caritas parrocchiale, il più delle volte si tratta di persone residenti in Olgiate. Non facciamo distinzione di nazionalità, cerchiamo di valutare il bisogno e le risorse delle persone. Ognuna di loro porta in sé la propria storia: perdita del lavoro, la morte del coniuge, le piccole disabilità che non permettono di avere un lavoro idoneo in altri ambiti, o semplicemente l’essere sbarcato da un barcone ed avere la pelle nera.
La Cooperativa Si Può Fare a Olgiate cosa porta dal punto di vista sociale?
Senz’altro, dal punto di vista sociale, dà il suo contributo. Se facciamo riferimento al numero di inserimenti lavorativi della Cooperativa Si Può Fare a Olgiate si può certamente crescere, ma ciò che conta è la gioia che sprizza dagli occhi di questi lavoratori.
Bello è considerare quanto queste attività della Si Può Fare favoriscano la riscoperta delle cose semplici, quali l’aiuto reciproco. Se penso ai clienti della stireria che si sentono liberati dal peso dello stiro, alle mamme disoccupate che stirando guadagnano dignitosamente il pane quotidiano, ai clienti dell’orto: soprattutto alle giovani famiglie che, grazie a questa attività della Cooperativa Si Può Fare a Olgiate, riscoprono la bellezza della natura rimanendo stupiti nel vedere germogliare, crescere, raccogliere la verdura.
Veramente bello è vedere il coinvolgimento dei nostri ragazzi profughi che, guidati da un uomo ucraino, anch’esso scappato dalla guerra e assunto dalla Cooperativa a Olgiate, imparano a lavorare e a creare rapporti di sincera fratellanza. Vedere la loro gioia quando si sentono chiamare “per nome”. Tutto questo avviene in modo naturale, semplice, proprio come dovrebbe essere.
Il magazzino dell’usato serve anche, cosa non da poco conto, a ridare vita a ciò che sarebbe finito in discarica. Senz’altro è gratificante anche per noi volontari e per i responsabili della Cooperativa vedere una persona riacquistare il sorriso, oppure le giovani coppie passeggiare serenamente con il passeggino comprato da noi per il nuovo arrivato, o ancora vedere riusare pennelli, cacciaviti e pinze donateci dai nonni, ormai impossibilitati ad usarli, ma con tanta voglia di insegnare ad usarli.
La cosa più commovente è vedere chi arriva con il barcone ritornare poi dopo alcuni anni con l’aereo al proprio paese, perché qui ha trovato lavoro e casa. Ma quel che più conta è che qui ha avuto la possibilità di sentirsi uomo. Senza le attività realizzate insieme alla Cooperativa Si Può Fare per alcuni di essi tutto questo non sarebbe stato possibile.
E lei, perché collabora con la Cooperativa Si Può Fare a Olgiate, che cosa prova, che cosa le dà?
Dopo trent’anni posso dire che lo faccio per passione. Cerco di mettere tutta me stessa in quello che faccio con la Caritas parrocchiale di Olgiate. In questi trent’anni posso dire di essere stata aiutata a crescere da chi ho incontrato. Ho imparato molto da tutti: dai sacerdoti, dai volontari, dagli operatori – specialmente da quelli giovani che ho visto diventare poi papà e mamme e che mi hanno vista invecchiare -, da quei parrocchiani che non sciupano nulla per mettere nelle nostre mani un qualcosa da condividere con chi ha meno di loro, da chi con le lacrime agli occhi mi dice grazie, da chi mi insulta perché ha un grande dolore dentro che si tramuta in rabbia. Tutto questo, pur con le inevitabili difficoltà, con qualche doveroso dubbio sul mio modo di pormi, e qualche dispiacere da mandare giù, posso dire che mi dà un senso di pace e di gratitudine verso il Signore.
Può raccontarmi dei rapporti che lei instaura con le persone che aiutate con la Cooperativa Si Può Fare a Olgiate?
Come diverse sono le persone che incontro così diverso è il mio rapporto con loro. Dipende dal bisogno, dalla capacità vera di rialzarsi, dall’età di chi ho vicino, dalla loro cultura. Dopo aver valutato queste componenti cerco di instaurare dei rapporti sereni e idonei alle situazioni. In ogni caso posso dire che sono sempre stata accolta, anche quando ho rimproverato o sono stata, forse, eccessivamente severa, non mi sono mai sentita messa in disparte anzi, mi hanno sempre permesso di camminare accanto a loro.
Ci sono volontari alla Cooperativa Si Può Fare a Olgiate? Perché vi aiutano?
Sì, volontari ce ne sono. Ognuno di noi mette a disposizione i propri talenti: disponibilità, competenza, pazienza ecc. Penso proprio che ogni uomo senta il bisogno di essere amato e di conseguenza di amare. Un altro importante elemento che spinge i volontari al servizio per la Cooperativa Si Può fare a Olgiate è il vedere e toccare con mano i cambiamenti positivi che avvengono nella maggior parte degli assistiti e anche in noi. Bello è confrontarci fra noi volontari e, pur cercando di analizzarci sulle motivazioni che, a volte, non hanno fatto scattare la molla del cambiamento, concludiamo con una sana risata di condivisione e andiamo avanti.
Quali sono i progetti futuri della Cooperativa Si Può Fare a Olgiate?
Penso proprio che, anche a nome di tutti gli altri volontari, sia giunto il momento di fare meglio tutto quello che, grazie alla Cooperativa Si Può Fare a Olgiate e ai suoi responsabili, abbiamo attivato cercando di continuare a dare, nel limite del possibile, voce a chi forse non osa più tirarla fuori. È bello vedere i volontari e i dipendenti che dedicano tempo e soprattutto anima per cercare di alleviare un dolore, condividere una preoccupazione. È bello vedere tutti sorridere, nonostante le difficoltà, perché lo stare insieme aiuta a star bene. Quindi non ci rimane che ringraziare il Signore e poi tutti i responsabili della Cooperativa Si Può Fare che ci sanno guidare con pazienza e amore, e infine, tutti coloro che fanno parte di questo treno in viaggio.
Continuate a seguirci per scoprire le storie e le esperienze che rendono la Cooperativa Si Può Fare un punto di riferimento per l’economia solidale comasca.
A cura di Giulia Iseppato
Ho conosciuto la Cooperativa Sociale Si Può Fare scs tramite il mio lavoro per L’isola che c’è e, visto il mio interesse per questo ambito, la Cooperativa mi ha coinvolto per raccontare attraverso articoli e interviste le attività e le storie delle persone che la compongono.